Lentezza e ascolto, oltre la retorica delle periferie

Dopo il primo anno e mezzo di tour con Super il festival delle periferie, ho voluto rendere pubblico un discorso che ho avuto occasione di fare in due occasioni: la prima in Triennale a Milano e la seconda in un seminario al Politecnico di Milano su Milano e le sue periferie. Il testo è uscito per la rivista on line Che_Fare

Dal lavoro di ascolto di questo anno e mezzo di tour abbiamo avuto la grande fortuna di imparare, un’occasione di formazione continua e preziosa che ci ha permesso di conoscere molto più a fondo la città in cui viviamo e che abbiamo scelto. Ci siamo mossi in senso antiorario girando la città e abbiamo cercato di incontrare quante più realtà abbiamo potuto, sospendendo ogni giudizio: abbiamo solo preferito incontrare chi è meno conosciuto di altri.

Così abbiamo visitato biblioteche di quartiere dove i bambini cinesi passano interi pomeriggi da soli perché i genitori lavorano e dove i senza casa cercano una sedia al caldo e un bagno accessibile.

Abbiamo visitato co-working  fab-lab, falegnamerie di quartiere che combinano creatività e progetti sociali, orti in condivisione in luoghi inimmaginabili dove si aggregano comunità di giovani e di anziani. Spazi dello sport completamente reinventati dove la passione per il parkour può occupare ragazzini con situazioni personali difficili ma può anche diventare una start up, un’impresa.

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