In un viaggio a New York, poco prima delle elezioni e in concomitanza con l’arrivo di Sandy, abbiamo intervistato alcuni abitanti della Grande Mela, chiedendo loro di raccontarci la città e la situazione politica a partire da Obama.
Manza è un cuoco che lavora ad Harlem in un ristorante molto noto, dice lui, lo abbiamo incontrato per strada, ci ha salutato e ha iniziato a parlare:
“Molta gente è immigrata ad Harlem, questa zona è tutta per gente povera e svantaggiata, e per farla stare in poco spazio l’unica via era quella di costruire in altezza.
Ellis Island serviva perchè volevano che a Manhattan arrivasse solo gente sana.
Gli ispanici hanno sempre vissuto qui, ad Harlem, come i cinesi che son stati tra i primissimi, così come gli italiani che hanno portato le loro differenti mafie nei diversi posti. Invece le droghe sono da sempre vendute da africani americani, era un modo per fare soldi.
Abbiamo sempre avuto cittadinanza, anche prima di Obama… noi ci siamo sempre sentiti a casa, qui. New York non ha niente a che fare con la politica, niente. New York è un posto di persone, New York è il posto in cui la gente viene per imparare cos’è il mondo e come si sta con tutte le nazionalità: questo è il posto di tutti.
Gli afro americani, ad esempio, li vedi qui, ma li vedi dappertutto: da little Italy fino a Soho, fino a Downtown. Dappertutto. Fino a dove si guadagnano stipendi a sei cifre.
Harlem è sostanzialmente un nome… non è il posto degli afroamericani, non è un nome degli afro americani. Vai in giro, in tutti gli altri quartieri e verdrai quanti ne troverai al Queens, al Brooklyn, West indians.
Quando sei in America, sei americano. Tutti ti aiuteranno a New York”.
Reportage di: Jacopo Tondelli e Federica Verona
Intervista : Jacopo Tondelli
Riprese e montaggio: Federica Verona